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Darsena, ormai punto fermo della movida. E i comitati protestano

"E' un luogo da preservare", dicono. Ad agosto 15 mila presenze ogni sera, record il 14 coi fuochi artificiali

La nuova Darsena piace: ormai è un dato acquisito. Se possibile, il vecchio "porto di Milano" ha dato ulteriore linfa vitale ad un quartiere, quello dei Navigli, che apparentemente non aveva bisogno di attrarre ulteriore attenzione, gente, affollamento. Eppure l'estate che sta per chiudersi ha dimostrato che i milanesi, i city-users, i turisti apprezzano questo nuovo spazio in cui passeggiare, fermarsi, "fare cose".

Si parla di circa 15 mila persone ogni sera, nei giorni feriali. Un successo oltre le previsioni. Per i fuochi artificiali di Ferragosto sono arrivati in 30 mila. E come dimenticare la "Notte delle Lanterne", che venne giudicata un "flop" proprio perché troppe persone per le poche lanterne? Il comune di Milano, intenzionato a "sfruttare" l'onda, sta già pensando di affidare le manifestazioni natalizie alla società che attualmente gestisce i due Navigli.

Ma intanto c'è anche chi non gradisce. Si è appena costituito un coordinamento di comitati di quartiere, che ha indetto un'assemblea ad ottobre. Chiedono che la Darsena non si trasformi in una specie di Idroscalo, di "divertimentificio", e che venga preservata la sua identità. Non è d'accordo Gabriele Rabaiotti, presidente del consiglio di zona 6, che ricorda la trasformazione in atto nel quartiere dei Navigli ormai da diversi anni: una zona di movida consolidata, che attrae persone non solo per il tempo libero ma anche per viverci, comprar casa. "Un processo inevitabile".

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