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Lorenteggio Giambellino Lorenteggio / Via Giambellino

Ai domiciliari, nell'ora d'aria rapinava le banche e riciclava il bottino nelle slot

La baconote delle rapine, macchiate con inchiostro, venivano "ripulite" giocando nelle slot-machine di una sala giochi giochi in via Giambellino. Arrestato pure il figliastro

Riciclavano i soldi sporchi delle rapine nelle slot-machine. Un metodo originale, che però non ha permesso di fare molta strada a due rapinatori di banche, peraltro già noti alle forze di polizia. 

Succede in via Giambellino, dove Renato B. di 44 anni e Antonio A. di 20 (figlio della compagna del primo), sono stati arrestati il 22 febbraio dagli agenti del commissariato di Porta Genova. I due avevano escogitato il sistema delle macchinette per ripulire le banconote macchiate con l'inchiostro dai sistemi anti-rapina delle banche.

Ai domiciliari: esce per rapinare © Mesa Paniagua/MilanoToday

In pratica, i due inserivano il denaro nella slot, poi giocavano una minima parte e richiedevano in dietro un ticket-bonus. Denaro che poi scambiavano in contanti alla cassa. 

Sono accusati di aver rapinato la banca Sella, in via Bergognone, assalita giorno 12 febbraio e il banco di Desio, in piazza De Angeli, saccheggiato il 21 febbraio, il giorno prima dell'arresto.

Il titolare della sala giochi, insospettito dal fatto che un ragazzo avesse inserito 210 euro in una macchinetta e poi ne avesse giocato solo uno, facendosi restituire dalla cassa il resto del denaro, ha deciso di controllare le banconote dentro la slot, notandone molte macchiate d'inchiostro. Così l'indomani, quando ha visto arrivare di nuovo il giovane in compagnia di un altro soggetto, ha chiamato le forze dell'ordine.

Gli agenti hanno controllato i tipi sospetti che addosso avevano 880 euro, tutti macchiati. Uno dei poliziotti, inoltre, ha riconosciuto il 44enne. Erano stati infatti filmati dalle telecamere di sicurezza degli istituti di credito rapinati nei giorni precedenti. Nelle loro abitazioni sono stati ritrovati altri soldi macchiati e una pistola giocattolo utilizzata per i colpi.

Renato, con una lunga carriera criminale alle spalle, era attualmente agli arresti domiciliari. Nelle due ore d'aria quotidiana, dalle 10 alle 12, era riuscito a compiere le rapine. Abituato a "lavorare" negli anni '80 '90, al momento dell'arresto ha detto ai poliziotti che non si aspettava che le banche oggi fossero così tanto videocontrollate.

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